Pattern grafico ripreso in chiave moderna dai tappeti sardi realizzati con la tecnica pibiones e littos.
Storia del simbolo Gancios:
La storia della tessitura, le cui origini si ritengono addirittura precedenti al 4000 a.C, ha attraversato i secoli, partendo dalla sue patrie native Anatolia ed Egitto e poi si diffuse in tutta Europa.
L’artigianato sardo fino al XIX secolo vede prima la diffusione del telaio verticale, e a partire dal Novecento quello orizzontale.
La tessitura con questo tipo di strumento, detto telargiu, si crea coi fili di trama e ordito che si intrecciano e si annodano tra loro con l'aiuto di una navetta formando i ricami e i disegni tipici della tessitura sarda.
Uno tra i più famosi "is gancios".
- La forma simbolica di questo disegno è la svastica anatolica, approdata in Sardegna molto probabilmente durante le conquiste dell'isola e durante gli scambi commerciali avvenuti in passato.
La svastica anatolica è un disegno diffuso in tutte le culture tessili e ogni popolo ne adduce un preciso significato.
Il design Srdn ne reinterpreta la figura senza perderne il tratto originale, mantenendo il significo simbolico per diffonderne il design sardo inconfondibile e renderlo pop tramite abbigliamento, teli mare, accessori e prodotti tessili.
Dal sanscrito svastika-, der. di svasti- ‘prosperità’ e ka- piccola.
La svastica è uno dei simboli più antichi al mondo, al punto da poter essere definito un simbolo arcaico, quasi archetipico.
La svastica è presente in tutta l’Asia e nelle civiltà primitive stanziate nella Valle dell’Indo. Era molto usata da Jainisti, Buddisti e dai fedeli di Visnù.
La troviamo diffusamente anche nelle Americhe del periodo precolombiano, sia nel Nord che nel Sud del Paese, così come è stata provata la sua diffusione fra gli Ittiti, a Cipro e nella città di Troia. Dagli studi effettuati si sono trovate sue tracce anche in Europa centrale, come pure nella parte occidentale, nel mediterraneo e nella parte settentrionale comprese Islanda, Lapponia e Finlandia.
Spesso la svastica compare a fianco di divinità sia maschili che femminili. Dal momento che è stata associata in alcuni casi al principio femminile, era stata avanzata l’ipotesi che potesse rappresentare le quattro fasi lunari mentre, in realtà, abbiamo visto che è in prevalenza collegata ai simboli solari e generativi i quali si esprimono anche attraverso le immagini di leone, cervo, ariete, oppure il loto, o gli uccelli.
Possiamo trovare la svastica riprodotta su altari, su urne, su abiti da cerimonia, su utensili, su armi, scudi, abiti, monete e perfino su fusi (in questo ultimo caso si pensa che la svastica raffiguri il movimento vorticoso dell’attrezzo).
In ogni circostanza, quando appare questo simbolo, si vuole richiamare il concetto di benedizione, di buon auspicio, di longevità, di fecondità, salute e buona vita.
- La svastica in molte circostanze rappresenta il dualismo, quindi i principi di maschile e femminile, l’aspetto solare e quello lunare, il movimento in senso orario ed antiorario. Alcuni vi intravedono i due emisferi, i poteri celesti e ctoni, il sole nascente della primavera e il sole calante dell’autunno.
- La svastica indiana è rappresentata con entrambi le combinazioni dei simboli, dove quello ‘destrorso’ raffigura il sole nascente, la forza vitale mentre quello con i raggi volti a sinistra rappresenta la dea Kalì, il potere femminile, il buio.
La prova che la svastica con i raggi orientati in senso antiorario sia da considerarsi espressione del femminile ci arriva anche da alcune immagini di Artemide e Astarte, dove il simbolo è collocato all’interno del triangolo che identifica gli attributi femminili. In Cina, ad esempio, le due svastiche sono utilizzate per indicare le forze Yin e Yang.
Esiste anche un simbolo correlato formato da due svastiche sovrapposte, chiamato ‘Nodi di Salomone’ il quale sta ad indicare l’impenetrabilità e l' immensità del divino. In qualche caso la svastica è stata associata anche al simbolo della ‘chiave’, assorbendone il significato e il simbolismo dello strumento che apre le porte della conoscenza.
Nel buddismo La svastica viene utilizzata per rappresentare la dottrina esoterica, la Ruota della Vita e uno degli Otto Segni Propizi. Spesso appare anche sull’orma del Buddha.
- In Cina la svastica è considerata una forma antica del carattere ‘fang’ (un tipo di carattere della scrittura che ha come definizione ‘quadrato’ ‘potenza’), che designava i quattro quarti dello spazio e della terra, ed è spesso associata a questa definizione:” L’accumulazione di segni fortunati delle Diecimila Cose Efficaci”. Utilizzata come ‘margine’ simbolizza lo “Wan Tzu”, il principio primo, le Diecimila Cose o Continuità, cioè l’eterna durata caratterizzata dall’assenza di inizio e fine, il perpetuo rinnovamento.
- Nella tradizione cinese la svastica incarna anche la perfezione, il movimento retto dalle regole delle leggi universali, la longevità, la benedizione e il buon auspicio. Chiamata anche la “Pergamena del Tuono”, la svastica di colore blu è associata alle virtù celesti, quella rossa alle sacre e infinite virtù del cuore del Buddha, quella di colore giallo all’infinita prosperità, quella di colore verde alle infinite virtù nell’agricoltura.
La svastica disegnata in senso orario è collegata all’energia di tipo Yang, mentre quella in senso antiorario è associata all’energia di tipo Yin.
- Per la cultura greca la svastica rappresenta un attributo di Zeus inteso come dio del cielo e di Elio in quanto divinità solare. Viene spesso raffigurata insieme ad Era, a Cerere e ad Artemide.
- Nell’Islam invece, questo simbolo è presente specialmente per i musulmani dell’Asia, per i quali sta a simboleggiare i ‘quattro punti cardinali’ e il controllo sulle quattro stagioni da parte degli Angeli, uno per ogni punto cardinale: a Ovest il Giudice, a Sud la Morte, a Nord la Vita e a Est l’Angelo Annunciatore.
- Nella cultura scandinava, la svastica indica l’ascia di guerra o il martello di Thor, in quanto dio dell’aria, del tuono e del fulmine e segnala buona fortuna. Nello specifico, in Lituania, è riprodotta in sanscrito e rappresenta la buona fortuna oltre ad avere valore talismanico.
Molto probabilmente la svastica sarda prende origine da quest’ultima e si mischia alle raffigurazioni nell’ambito religioso cristiano, in cui appare spesso come simbolo impresso sulle catacombe. Raffigura il Cristo come potere del mondo, infatti nel Medioevo era considerata la ‘croce gammata’ che simboleggiava il Cristo come pietra basilare sulla quale si regge il Tutto, oppure rappresentava i quattro Evangelisti con il Cristo al centro rappresentato da un fiore. I quattro rami rappresentano i legami ed è da questa parola che molto probabilmente si traduce in Gancios.
Srdn riprende questo concetto e ne modifica il design rendendolo più attuale. Nel lavoro di ri-elaborazione vengono eliminati 6 petali dal fiore originale, il centro quindi è composto soltanto da due rombi come fossero occhi.
La svastica de Is Gancios diventa pop e dall'antichità più remota si diffonde tramite prodotti alla portata di tutti.
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