🧱 Il lavoro è solo un reparto del mercato globale
Non basta lavorare bene. Oggi devi saper esistere nel mercato. Anche se vendi solo manodopera.
“Dieci anni dietro un banco mi hanno insegnato una cosa:
che il lavoro vero e quello che ti fanno vendere non coincidono mai.”
— Diario di vendita
Viviamo immersi in un grande mercato.
Un mercato totale, che non si limita a scambiare merci, ma ingloba relazioni, aspettative, identità.
Il lavoro, in questo scenario, è solo un reparto.
Una sezione del mercato globale.
Una vetrina, spesso ingannevole, dove non contano le tue capacità operative, ma quanto sai renderti compatibile col contesto.
👤 Tu sei il prodotto, non le tue competenze
Nel sistema attuale, il valore reale delle competenze è marginale.
Conta di più come ti presenti, come ti promuovi, quanto sei allineato alla narrazione dominante.
Fai il muratore? Devi essere “serio e disponibile”.
Sei un barista? Devi essere “solare e social”.
Sei un commesso? Devi vendere con l’anima, ma senza sembrare troppo motivato (potresti fare paura al tuo team leader).
Sei un artigiano? Se non hai Instagram, per il mercato non esisti.
Anche l’imprenditore — specie il piccolo — è dentro questa logica.
Deve vendere la propria impresa, ma alla fine vende manodopera a basso margine, travestita da servizi.
E spesso lavora più dei suoi dipendenti.
🧱 Tutto è mercato: anche il lavoro autonomo
Lo chiamano "fare impresa", ma in realtà è solo un modo di vendere te stesso senza tutele.
Oggi anche il freelance, l’artigiano, il piccolo commerciante:
-
deve diventare “brand”
-
deve essere facilmente fruibile
-
deve vendere l’immagine di un prodotto, più che il prodotto stesso
Ma la verità è che la maggior parte delle microimprese in Italia non cresce mai.
Non perché manchino idee, ma perché il sistema le intrappola nei servizi esecutivi, senza possibilità di scala.
Non si vendono beni, si vendono ore.
E le ore hanno un tetto naturale: 24.
🧱 Il paradosso del sistema: ognuno contro tutti
La verità più amara è che il lavoratore e il microimprenditore sono dalla stessa parte, ma non se ne accorgono.
-
Il dipendente crede che il datore guadagni troppo.
-
Il titolare crede che i dipendenti non abbiano voglia.
-
L’artigiano crede che il mercato sia saturo.
-
Il freelance crede che gli altri siano più bravi a farsi pubblicità.
Tutti hanno ragione.
E tutti hanno torto.
In Sardegna diciamo: Chentu concas, chentu berrittas.
Cento teste, cento berretti.
Cento modi diversi di vedere le cose.
E se ognuno difende il suo cappello, nessuno costruisce un tetto.
🧱 Nessuno scala davvero. Nemmeno chi “fa impresa”
Chi ha un laboratorio, un negozio, una P.IVA, sa di cosa parlo:
-
Spese fisse che salgono
-
Margini che scendono
-
Clienti che pagano tardi
-
Adempimenti che crescono
-
Collaboratori che vanno e vengono
-
Nessun tempo per formare, spiegare, progettare
Alla fine sei solo uno che lavora di più.
Ma lo Stato ti chiama “imprenditore”.
Senza mai darti gli strumenti per diventarlo davvero.
🔁 Lavori per sopravvivere, ma sopravvivi per lavorare
Tutti dentro la stessa ruota.
L’operaio, il cuoco, il fotografo freelance, il falegname, l’host di Airbnb, il social media manager, il parrucchiere.
Tutti devono costantemente vendere il proprio tempo, la propria presenza, la propria faccia.
E se non ti presenti bene, sei fuori.
Anche se lavori meglio.
Anche se sei serio.
Anche se sei utile.
📊 Dati che parlano chiaro
-
In Italia, l’80% delle microimprese ha meno di 1,5 dipendenti effettivi. (ISTAT)
-
Il 92% delle P.IVA individuali non supera i 20.000 € netti annui. (MEF)
-
La disoccupazione giovanile è al 22,4%, ma chi lavora spesso è povero lo stesso (ISTAT 2024).
-
Il salario medio reale è fermo da 30 anni (OECD).
-
Le imprese che crescono oltre i 5 addetti sono solo il 2,7% del totale.
Questi numeri non parlano di incompetenza.
Parlano di struttura malata, di filiere rotte, di prodotti inutili, di burocrazia che strangola.
🔒 La guerra è tra poveri. Perché così vuole il sistema
Il sistema funziona così:
divide, perché solo divisi siamo docili.
-
Lavoratore contro datore
-
Freelancer contro dipendente
-
Operativo contro creativo
-
Giovane contro vecchio
-
Sud contro Nord
-
Uomo contro donna
-
Precario contro garantito
E mentre litighiamo tra noi,
la scala sociale è stata ritirata.
🧭 Serve alleanza, e fiducia con chi ha il tuo stesso interesse, non concorrenza!
Se non ci mettiamo insieme, restiamo tutti sotto perchè a tutti gli effetti, tutti, oggi, vendiamo qualcosa già da piccoli:
-
il nostro tempo
-
la nostra energia
-
il nostro corpo
-
la nostra onnipresenza, sia fisica che digitale
-
la nostra competenza
-
o solo il nostro “saperci fare”
Ma nessuno di noi può farcela da solo.
Per uscire da questo incubo servono:
-
alleanze locali
-
reti ibride
-
cooperazione tra mestieri
-
valorizzazione dell’esperienza vera
-
meno storytelling, più realtà tangibile e condivisa.
Il nostro problema non è il lavoro.
È il modo in cui lo eseguiamo ce lo fanno vivere a causa soprattutto dell’identità obbligatoria che ci chiedono di indossare per sopravvivere.
✍️ Questo articolo è parte del blog SRDN Backstage Society
Uno spazio per chi lavora, per chi osserva, per chi resiste.
